Per i 250 anni di Jane Austen

Jane Austen 250 è un’antologia di racconti ideata per celebrare l’anniversario della nascita di Jane Austen. Il volume, a cura di Samuela Casali e Mariachiara Catillo, riunisce voci diverse che esplorano temi, atmosfere e sensibilità riconducibili all’universo austeniano, restituendone la finezza, l’ironia e l’attenzione ai moti interiori.

Ogni testo offre un’interpretazione personale, con l’intento di costruire, nel complesso, un panorama sfaccettato, in cui, attraverso nuove prospettive e riletture, la scrittura contemporanea incontra una delle figure più influenti della letteratura inglese e ne omaggia la bellezza della prosa originale.

La Prefazione di Samuela Casali introduce il lettore a questo percorso, chiarendo il valore culturale dell’omaggio e mettendo in luce il legame tra il mondo letterario di Austen e il nostro.

UN LEGAME LUNGO 250 ANNI Prefazione di Samuela Casali

THE MOST TIRESOME PLACE IN THE WORLD di Irene Aprile                                               

UNA FESTA PER JANE di Giuliana Benedetto

SORELLE D’INCHIOSTRO di Lucia Cabella

ULTIMO REGALO PER MISS AUSTEN di Maria Cacchiotti

LA LETTERA di Paola Campanelli

UNA VITA FATTA D’INCHIOSTRO di Alexandra Capponi

UN AMORE DA RAGAZZO di Barbara Carlet

IL DESTINO DEI WATSON di Samuela Casali

CON AFFETTO, JANE di Mariachiara Catillo

’TIS THE DAMN SEASON UN RACCONTO NATALIZIO di Sara Crescente

UNA DANZA CON JANE di Miriam Debertolo

BUON COMPLEANNO, ZIA JANE di Valentina Falduto

LO STAGNO VERDE di Federica Galetto

REMEMBER MY NAME. JANE di Giordano Giorgi

EMMA INCONTRA ZIA JANE di Antonella Lamanna

LE STAGIONI DI ARABELLA di Francesca Laragione

JANE AUSTEN È LA VOCE DELLE DONNE di Lavinia Magnotta

#JANE di Nina Mair

UNA PAGINA AL GIORNO di Maria Grazia Nocera

BUON COMPLEANNO, JANE! di Eliana Nugnes

FIAMMA D’AMBRA di Barbara Occhigrossi

VOCI DAL PASSATO di Chiara Pellizzari

UN TEA CON LA REGINA di Grazia Ricci

UN’IMPRESA DA JANE di Anna Luigia Salis

DALLA FAVOLA AL VERO di Francesca Schranz

LE VITE DEGLI ALTRI di Adriana Spada

L’INQUILINO DI NETHERFIELD PARK di Sara Staffolani

IL RICAMO SEGRETO di Francesca Tamani

IL CLUB DI JANE AUSTEN di Matteo Testa

UNA MAGICA SERATA DI NATALE di Susy Tomasiello

PASSEGGIATA NEL DERBYSHIRE di Amalia Vingione

Sophia Peabody Hawthorne ed Elizabeth Barrett Browning

Durante il suo viaggio in Italia, compiuto insieme al marito Nathaniel e ai tre figli, Sophia Peabody Hawthorne incontrò molte anime affini, soprattutto artisti e poeti che, come lei, avevano lasciato, per periodi più o meno lunghi, l’Inghilterra e l’America. Tra loro vi era Elizabeth Barrett Browning, che si era stabilita a Firenze agli inizi del 1848, nella celebre Casa Guidi.

La prima visita in quella dimora donò a Sophia un’apparizione: con una sensibilità quasi medianica, raccontò nel suo diario l’incontro con Elizabeth, un essere diafano, la cui anima vibrava in ogni gesto e in ogni parola. Questa è una parte della sua descrizione:

“Sembrava uno spirito. Una nuvola di capelli ricadeva in riccioli da entrambi i lati del volto, velandone in parte i tratti. Ma da quel velo trasparivano occhi dolci e tristi, pensosi, lungimiranti e arcani. Le sue dita fatate sembravano troppo impalpabili per poterle stringere, eppure la loro stretta era davvero ferma e vigorosa. La più piccola quantità possibile di materia racchiudeva la sua anima, e ogni particella di essa era intrisa di cuore e intelletto[1]“.

Elizabeth, nel suo poema Casa Guidi Windows (1848 e 1851), osservando gli avvenimenti dalle finestre della sua abitazione, cantò la speranza e poi la disillusione di un popolo che voleva rinascere, mentre Sophia osservò, anni dopo, la Roma papale con sguardo pietoso e indignato. Nel suo Diario romano (scritto nel 1858) denunciò la decadenza morale dei potenti e lo sfruttamento dei luoghi sacri, vedendo nell’inerzia del presente il tradimento della grandezza passata.

Sophia Peabody Hawthorne, artista e diarista, Elizabeth Barrett Browning, poetessa, Margaret Fuller, intellettuale trascendentalista, amica di Mazzini, testimone della nascita e della caduta della Repubblica Romana, in seguito anche Jean Webster, scrittrice profondamente innamorata dell’Italia, e altre donne di penna ancora, nel corso dei decenni si riconobbero tutte in una stessa aspirazione: la libertà dell’Italia e di loro stesse, nella vita e nell’arte.


[1] Sophia Peabody Hawthorne, Notes in England and Italy, 1869. Traduzione di Michela Alessandroni.