La parte centrale di Phantastes è occupata da una storia nella storia, ossia quella di Cosmo e dello specchio magico, che Anodos, il protagonista del romanzo, legge in un libro mentre trascorre piacevolmente il suo tempo immerso nei preziosi volumi della biblioteca delle Fate. Rappresentazione concreta di mistero e di saggezza insieme, la biblioteca domina il centro fisico di Phantastes, esteticamente bella e grandiosa con i suoi innumerevoli volumi che ne tappezzano le pareti dal pavimento al soffitto.
Quando Anodos rimane estasiato alla vista di quel luogo, noi restiamo estasiati con lui, e quando prende un volume e ne sfoglia avidamente le pagine immedesimandosi nei protagonisti, le leggiamo e le assimiliamo anche noi.
“… se era un libro di viaggi, mi ritrovavo a essere il viaggiatore. Nuove terre, nuove esperienze, nuove usanze sorgevano intorno a me. Camminavo, scoprivo, combattevo, soffrivo, gioivo del mio successo. Era uno di storia? Io ero il protagonista. Soffrivo per colpa mia; gioivo della mia gloria. Con un romanzo era lo stesso. Mia era l’intera storia, perché prendevo il posto del personaggio che mi somigliava di più, e la sua storia era la mia; finché, stanco della vita di anni condensati in un’ora, o arrivato al mio letto di morte, o alla fine del volume, mi risvegliavo, con improvviso smarrimento, alla coscienza della mia vita presente, riconoscendo le pareti e il soffitto intorno a me, e scoprendo che avevo gioito o pianto solo in un libro”.
Così, quando riporta la storia di Cosmo, nobile ma povero studente dell’Università di Praga con il quale si è identificato durante la lettura, noi siamo già tanto coinvolti e partecipi da lasciarci trasportare nel racconto senza opporre resistenza, cogliendo anzi istintivamente la stessa connessione percepita da Anodos.
“Naturalmente, mentre lo leggevo, ero Cosmo e la sua storia era la mia”.
Per essendo amato dai compagni di corso, Cosmo non ha dei veri amici. Il suo alloggio è un luogo riservato alle sue letture più segrete, come quelle di Alberto Magno e Cornelio Agrippa, e alle sue fantasticherie. Un giorno vi introduce uno specchio di forma ovale preso in un negozio di articoli vecchi e polverosi. Con sua grande sorpresa, vede comparirvi una donna tutta vestita di bianco…
“Cosmo stesso non avrebbe potuto descrivere ciò che sentiva. Le sue emozioni erano di un tipo che distruggeva la consapevolezza e non poteva mai essere ricordato chiaramente. Non poté fare a meno di restare vicino allo specchio e di tenere gli occhi fissi sulla signora, sebbene fosse dolorosamente consapevole della propria rudezza e temesse in ogni momento che lei aprisse i suoi e incontrasse il suo sguardo fisso”.
… e se ne innamora perdutamente.
“Una sera, mentre guardava il suo tesoro, gli parve di vedere una debole espressione di consapevolezza sul suo volto, come se immaginasse che occhi appassionati fossero fissi su di lei. Questa crebbe, finché alla fine il sangue le arrossò il collo, le guance e la fronte. Il desiderio di Cosmo di avvicinarsi a lei divenne quasi delirante. Quella notte era vestita con un abito da sera, risplendente di diamanti. Questo non poteva aggiungere nulla alla sua bellezza, ma la presentava sotto un nuovo aspetto; aveva permesso alla sua bellezza di attuare una nuova manifestazione di sé in una nuova incarnazione. La bellezza pura è infinita…”
Lo specchio è un oggetto magico, che divide il mondo reale da quello riflesso, che duplica l’immagine della stanza e allo stesso tempo la inverte, creando un luogo simile a quello reale ma opposto, in cui risiedono il mistero e l’immaginazione. Non racconterò il seguito della storia per non rovinare il gusto della scoperta con troppe anticipazioni. Voglio però riflettere su una frase che si dice spesso: “i libri sono specchi”. MacDonald lo sapeva bene e ci ha lasciato un romanzo che rappresenta esso stesso uno specchio, in cui i lettori possono vedere molte immagini riflesse più e più volte tra le pagine, compresa la propria.
N.B. Le traduzioni dei brani riportati sono tratte dal seguente volume: George MacDonald, Phantastes. Un romanzo di fate per uomini e donne, traduzione di Michela Alessandroni, flower-ed 2022.